Il giorno Mercoledì 16 dicembre 2015 tutti gli studenti delle classi IV informatica e Turismo della Scuola Paritaria S. Freud si sono recate presso il Teatro Franco Parenti per assistere alla rappresentazione "Il Malato Immaginario", con Gioele Dix e per la regia di Andrée Ruth Shammah.
Trama
In vestaglia bianca, sotto la cuffia di pizzo, immerso nelle calze bianche molli sui piedi ciabattanti, l'attore interpreta con ironia la vicenda umana di Argan. Un uomo che spreca la sua vita fra poltrona, lettino, toilette, clisteri, salassi, schiacciato da una debolezza e un'incapacità genetica di prendere qualsiasi decisione.
Suo alter ego è Antonietta, detta anche Tonina, interpretata da Anna Della Rosa, una cameriera tuttofare che il padrone vive spesso come un incubo. Onnipresente e impicciona, la donna vede tutto e tiene tutti in pugno, a partire dai padroni che hanno il loro destino nelle sue mani.
Lo spettacolo è un'opera "senza tempo e di tutti i tempi" che si sofferma sulle nevrosi ipocondriache del protagonista in una continua tensione tragicomica che ancora oggi stupisce e conquista gli spettatori.
Di seguito la recensione allo spettacolo ad opera degli studenti Panerotti, Malvaso e Lazzati.
“In data 16 Dicembre 2015, la classe si è recata a teatro per assistere alla rappresentazione della commedia di Moliére “Il malato immaginario”.
Lo spettacolo aveva come attore protagonista il famoso comico Gioele Dix, reso noto dai suoi spettacoli andati in onda sulla televisone nazionale.
La commedia è ambientata nella Francia del XV secolo, più precisamente a Parigi, e narra di un uomo di nome Argante. Argante è un personaggio dalla personalità molto comica, soffre di ipocondria, ovvero la paura di qualunque genere di malattia. L’intero spettacolo, infatti, si basa sulle sue vicende con i familiari e con i medici, che approfittano di questa sua paura per riempirlo di farmaci e medicinali per ricavarne un enorme guadagno a spese della sanità mentale dello stesso Argante.
Ma parliamo ora dei pro e dei contro dello spettacolo.
Senza dubbio l’opera è stata gradevole, probabilmente la durata sarebbe potuta essere più breve, ma in fondo la rappresentazione non è stata volutamente fedele al 100% con l’opera scritta da Moliére.
Sulla parte comica c’è qualcosa su cui discutere, ovviamente non sono mancate le battute con annesse risate del pubblico, ma gli attori si sono concentrati troppo sul cercare di strappare le risate del pubblico solamente tramite le battute, con personaggi che scherniscono altri, o con atteggiamenti di gioco che li rendono estremamente buffi agli occhi del pubblico.
Tuttavia quello che è venuto a mancare è stata l’enfatizzazione della commedia stessa, delle coincidenze o delle casualità tipiche del genere. Ovvero l’evidenziare come tutto possa andare incredibilmente storto, concentrandosi sul saper trasmettere le emozioni di ogni personaggio in modo da portare il pubblico alle risate senza dover ricorrere ad atteggiamenti demenziali tipiche di un comic-show televisivo.
C’è da dire però che durante l’intera rappresentazione, l’interprete di Cleante ha recitato utilizzando il copione, poiché l’attore ufficiale non si è presentato per motivi di salute. Tuttavia, anche se qualcosa è venuta a mancare a causa di questo inconveniente, non si può non elogiare lo stesso attore per il lavoro che ha dovuto compiere in pochissime ore.
Le personalità dei personaggi erano abbastanza ben definite, anche se al di fuori di Argante e della serva Tonina, il carisma degli altri attori è venuto leggermente a mancare”.