29 maggio 2012
Italia e Grecia, un amore che viene da lontano e che anche oggi, in tempi difficili, non conosce crisi. E nonostante le bellezze delle località estive italiane, il fascino del profondo blu del mare greco ha portato negli anni, molti connazionali a scegliere di acquistare case per le vacanze tra le isole greche, note per le varietà dei paesaggi. Gli acquisti per abitazioni, soprattutto per le vacanze, sono saliti dalle 75 unità del 1995 alle 4.930 del 2011, quindi dell’1% al 14% del totale delle abitazioni residenziali comprate dai connazionali. A Rodi, l’isola più grande del Dodecaneso, gli italiani sono i primi acquirenti stranieri. Dall’inizio della crisi, però, il mercato immobiliare greco ha registrato cali dei prezzi del 50%. La crisi greca, di cui tanto si è parlato in passato e si torna a parlarne anche in questi giorni a causa del deficit di bilancio, ha portato disoccupazione superiore al 20%, pensioni ridotte del 30%, salari decimati, straordinari soppressi; debito pubblico elevato anche in seguito al pagamento degli stipendi agli impiegati pubblici senza avere la copertura necessaria e inoltre i consumi dei cittadini greci sono superiori alle loro reali possibilità. Il governo greco, richiamato dall’Unione Europea che chiede il pareggio di bilancio in tutti i paesi dell’unione, ha ritenuto opportuno intervenire, per sanare il debito pubblico, adottando misure drastiche, o uscire dall’Unione Europea di cui la Grecia è uno dei 27 membri. I greci non sembrano molto entusiasti delle misure di austerità imposte per migliorare la situazione. Christine Lagarde, direttore del fondo monetario internazionale, in un’intervista, ha spiegato che “se gli impegni di bilancio non dovessero essere onorati si possono operare opportune revisioni”, che possono anche significare appunto, un’uscita “ordinata” di Atene dall’euro. (17/5/2012) In questi giorni il paese ellenico sta registrando una vera e propria corsa agli sportelli delle banche per ritirare i loro risparmi: 800 milioni di euro in una sola giornata. Le banche in una simile situazione, per compensare la fuga dei depositi bancari, potrebbero finanziarsi presso la banca greca che, a sua volta dovrebbe rifinanziarsi presso la Banca Centrale Europea. E’ la quarta volta in 4 anni che l’euro sta contando gli ultimi minuti. Sono in atto incontri in questi giorni tra i capi di Germania e Francia per studiare la situazione. Il nuovo capo dello stato francese Hollande, si è presentato in Germania con rivendicazioni e proposte per un’Europa che esca dalla crisi non soltanto imponendo sacrifici e rigore, ma ricercando il rilancio dell’economia e la crescita. C’è da parte dei due Stati la volontà di andare avanti per il bene comune. Infatti ciò, è necessario in quanto l’uscita della Grecia dall’euro e il ritorno alla dracma, è una scelta non conveniente. La Grecia finirebbe nel caos, tra iperinflazione e conflitti civili, ma non lo è nemmeno per gli altri paesi dell’euro, che subirebbero perdite gravose e si dividerebbero tra recriminazioni reciproche e vedrebbero trasformata un’unione politica in un’area di cambio, priva di futuro e certezza, con Paesi deboli e forti separati, nell’attesa di un divorzio. E’ dunque necessario che la Signora Merkel dichiari l’impegno tedesco alla salvezza della Grecia. I paesi Europei insieme al G20 devono rafforzare il fondo salva stati, occuparsi della crescita e garantire la credibilità di un sistema finanziario integrato dell’area euro, che torni a far fluire i capitali del NORD EUROPA, accumulati con squilibri commerciali, verso il SUD EUROPA.
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