La Santa Pasqua: tra storia e tradizione - Scuola Paritaria Tecnica Freud

La Santa Pasqua descrive la fonte e il fondamento sostanziale della Fede Cristiana. Come festa, non con lo stesso significato, era già esistente al tempo di Gesù e si commemorava nella prima domenica dopo il plenilunio successivo all’equinozio di primavera; con essa gli ebrei celebravano la liberazione, per opera di Mosè, del popolo di Israele dalla schiavitù degli egiziani.

Il termine Pasqua, in greco e in latino “pascha”, proviene dall’aramaico: pasha, che corrisponde all’ebraico pesah, il cui senso generico è “passaggio” “passare oltre”; gli ebrei ricordavano l’attraversamento del Mar Rosso, che costituiva il cambiamento dalla vecchia vita di schiavitù alla nuova intrapresa dopo il loro stanziamento nella terra promessa avvenuto in seguito per opera di Giosuè.

Gesù proprio nel festeggiare la Pasqua ebraica (ultima cena) ha proclamato ai discepoli la Sua imminente fine che sarebbe avvenuta per mano dei responsabili del popolo ebraico, aiutati anche dall’infedeltà di un discepolo che era seduto al Suo stesso tavolo; Gesù ha voluto innestare la nuova Pasqua in quella ebraica ma il significato, se pur conservato nel solo vocabolo: “Passaggio”, assume un valore totalmente nuovo perché con tale celebrazione i cristiani ricordano la morte ma soprattutto la risurrezione di Gesù Cristo, “passaggio” e liberazione da ogni limite e schiavitù di natura e finanche dalla morte che ne rappresenta il limite massimo.

Con tale passaggio si ha la maturazione a una vita interamente nuova e diversa, una vita che dura per sempre (vita eterna). Da tal evento miracoloso e reale, avvenuto per merito di Gesù, che ha riportato in vita il Suo stesso corpo, nascono la sorpresa e lo stupore che guida il valore intrinseco di questa festa (in parte è rappresentato dalla sorpresa nascosta negli ovetti di Pasqua o da quelle uova – simbolo di vita – nascoste da canestrini di pane sulla superficie dei dolci che la consuetudine propone nel periodo pasquale, la stessa attesa per la loro consumazione carica le attese della sorpresa da cogliere solo nel giorno della festa).

In effetti, quest’avvenimento ha dato all’uomo una “morale notizia”, una novità, una promessa, una “sicura Speranza”, come dice San Paolo, ha divulgato la buona notizia di una vita eterna concreta, una vita vera, una vita nuova che inizia proprio quando tutto sembra smarrito, ma analoga concreta e reale risurrezione è stata riservata anche a tutti quelli che, distinguendo nell’uomo Gesù anche tutta l’intera divinità del Dio Padre unico vero Dio sopra di tutto, accettano che la stessa Forza vitale, che ha svolto la risurrezione di Gesù, operi in loro quella trasformazione che li renda degni di entrare a pieno titolo in quella realtà nuova proposta dall'avvenimento stesso.Se malgrado le ricorrenze di Pasqua passate, ci accorgiamo che ancora non si è sviluppato in noi quel rapporto nuovo con Dio, è segno che ancora non diamo molta fiducia ai fatti riportati nei vangeli riguardanti la morte ma soprattutto la risurrezione di Gesù, ciò nonostante essi costituiscono la sorgente e la meta della fede cristiana che da sempre richiama l’uomo a morire alla vita vecchia, cambiare fede e procedere a un nuovo rapporto con Dio che rigenera l’uomo e lo conduce a una nuova realtà.

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