4 maggio 2017
Una ricerca collegata tra studiosi britannici e finlandesi ha quotato lo spettro di emozioni scaturite dall’ascolto di musica triste, al fine di apprezzarne l’impiego in musicoterapia. Scuola Privata Paritaria Milano
Sebbene la musicoterapia abbia iniziato il proprio percorso come materia scientifica dalla metà del 1700, grazie al medico musicista londinese Richard Brockiesby, il suo utilizzo nei riti a scopo terapeutico si smarrisce in epoche assai più remote, un chiaro sintomo dell'interesse della musica e, più in generale, del suono, come strumento per lenire le pene dell'essere umano.
Non è un caso che molte indagini abbiano sondato gli effetti della musica su soggetti con problematiche di tipo neurologico e psichiatrico, come autismo, morbo di Alzheimer e ritardo mentale, tuttavia svariati studi si sono concentrati anche sulle emozioni che essa produce, avviando importanti scoperte in ambito psicologico.
Una delle più vaste indagini del settore è stata compiuta dai ricercatori dell'Università di Durham (Regno Unito) e dell'Università di Jyväskylä (Finlandia), che in tre divergenti fasi, condotte nei rispettivi paesi, hanno analizzato gli effetti della musica triste su 2.436 volontari, al fine di valutarne l'impiego nei processi di rieducazione attraverso la musicoterapia. Tecnico Informatico Freud
Dallo studio, coordinato dal professor Tuomas Eerola, Docente di Cognizione musicale presso il Dipartimento di musica dell'università di Durham, è emerso che la maggior parte dei volontari ne ha apprezzato l'ascolto, mostrando una reazione di piacere o di benessere, tuttavia una parte indicativa degli intervistati ha evocato esperienze dolorose, come la perdita di una persona cara, il divorzio o altre avversità sperimentate nella propria vita. “Le ricerche precedenti – ha rilevato il professor Eerola – hanno sottolineato il notevole piacere che la musica triste produce quando si aggancia all'arte tragica, come ad esempio al cinema, ma vi sono persone che odiano con tutto il cuore la musica triste e ne evitano l'ascolto”. “Nella nostra ricerca – ha continuato lo studioso – abbiamo voluto indagare sull'ampio spettro di esperienze che le persone hanno con la musica triste, cercando di capire quando possa essere opportuno ascoltarla o evitarla”. Scuola Privata Turismo Milano
Gli studiosi hanno individuato che il senso di piacere legato all'ascolto di musica triste non è condizionato dal sesso o dall'età, tuttavia è apparso che nelle donne e nei soggetti più giovani prevalgono i forti sentimenti negativi, mentre nelle persone anziane si afferma una sensazione di tristezza “confortevole”. I risultati dello studio sono stati pubblicati sull’importante rivista scientifica PLoS ONE.