7 marzo 2016
Dal prossimo anno scolastico i giornalisti entreranno nelle scuole per incontrare studenti e docenti e realizzare insieme percorsi di approfondimento su temi come la libertà di informazione, la legalità, i diritti e i doveri dei cittadini.
A prevederlo è il protocollo d’intesa venerdì a Roma tra la federazione nazionale della stampa italiana e il Ministero dell'Istruzione.
I progetti All’inizio saranno due:
Il primo riguarderà la legalità, in particolare il ruolo dell’informazione nella battaglia alle mafie, e si soffermerà sull’arricchimento della grande criminalità attraverso la falsificazione e il commercio in genere di prodotti illegali;
Il secondo affronterà invece la tematica dei social media, con l’intento di aiutare i giovani a sgrovigliare nei profondi mutamenti che la travolgente crescita dei social network hanno indotto nei processi comunicativi e informativi.
«Ringrazio la Fnsi per aver aperto la casa dell'informazione al mondo della scuola», ha detto la ministra Stefania Giannini firmando l'intesa nella sede della Federazione. «Come ministero - ha aggiunto - vogliamo iniziare il prima possibile attività su tutto il territorio perché il giornalismo, se svolto correttamente, è il sale della democrazia». Il protocollo, che ha una durata triennale e si rivolge agli istituti di ogni ordine e grado, sancisce «la volontà delle parti di attivare una progettazione congiunta, volta all’ampliamento e all'approfondimento dell'offerta formativa sul tema dell'educazione alla cultura dell'informazione».
La collaborazione
Si renderà concreto in progetti articolati sui territori con gli uffici Scolastici Regionali, singoli istituti e le associazioni Regionali di stampa. A coordinarli a livello nazionale sarà il responsabile per la formazione della Fnsi, Paolo Butturini, che ha spiegato: «Parleremo dei giornalisti minacciati dalle mafie, ma anche di come il social media ha cambiato il mondo, compresi i linguaggi». Per il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, dei progetti che diffondono la lettura dei quotidiani tra i giovani, è di aiuto anche per il settore dell'editoria, che attraversa una profonda crisi: «Spesso chiediamo agli editori se hanno mai pensato a un modo per aumentare il numero di lettori. Io sono certo che almeno la metà degli studenti che iniziano a leggere i giornali in classe proseguirà a farlo dopo, perché sono stati contagiati da questo “vizio”».
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