18 luglio 2016
La lingua che parliamo oggi è viva e in continuo cambiamento, è quella varietà che i linguisti chiamano "Italiano Neo Standard" ma questa etichetta potrebbe essere destinata a venire presto soppiantata, a causa della velocità del mutamento.
Televisone, internet, SMS, Whatsapp, ma non solo, oggi intervengono a modificare le strutture sintattiche e morfologiche dell'italiano, ma purtroppo anche il correttore automatico più sofisticato non riesce a evitare alcuni tra gli errori più ricorrenti.
Il rischio è quello di collezionare brutte figure, e allora vale la pena di conoscere questi errori per cercare di evitarli. I più diffusi e comuni sono:
- Da / Dà / Da' : preposizione semplice la prima, voce del verbo "dare" la seconda, imperativo la terza.
- Un po' : vuole l'apostrofo e non l' accento.
- A volte / Avvolte: se si vuole dire "ogni tanto", bisogna utilizzare la prima forma; la seconda significa "circondate da qualcosa".
- Desse e Stesse, non Dasse e Stasse.
- Qual è non vuole mai l'apostrofo.
- Un' amica, poichè femminile, vuole l'apostrofo.
- A fianco / Affianco: la prima significa "vicino", la seconda è una voce del verbo "affiancare".
- A me mi: presenta due volte lo stesso pronome, quindi "a me" oppure "mi".
- Bracci / Braccia: i primi indicano le parti di una macchina, di un fiume, ecc. Le seconde, semplicemente una parte del corpo umano.
- Entusiasta: è una forma corretta, sia al maschile che al femminile.
Concederci quache attimo per riflettere, quando parliamo o scriviamo, è decisamente il modo migliore per evitare strafalcioni e imparare, parola dopo parola, a conquistare e possedere una ricchezza nazionale, maturata negli anni, che non merita di essere banalizzata o rovinata irrimediabilmente.