11 gennaio 2019
SCUOLA FREUD – ISTITUTO FREUD
Tecnico Tecnologico – Tecnico Economico – Liceo Economico Sociale
DA ADULTI DIVENTIAMO GENITORI DI NOI STESSI
Da adulti diventiamo tutti genitori di noi stessi e, chi non veste il ruolo in modo giusto (vuoi per scomode eredità, vuoi per inconsapevolezza…), finisce per sperimentare costanti insoddisfazioni e amori sbagliati.
Verso noi stessi abbiamo le stesse responsabilità educative che incombevano sulle spalle dei nostri genitori quando eravamo bambini. Che cosa significa? Che oggi, da adulti, dobbiamo auto-osservarci, accudirci, proteggerci e sostenerci al pari di quanto farebbe un buon genitore con il suo figlio.
Dai nostri genitori biologici (o adottivi) abbiamo imparato il modo per esporci con noi stessi e per sentirci al sicuro. Quando i modelli appresi, sono disfunzionali gli scenari che abbiamo, possono essere i più difformi: alcuni si sentono al sicuro nascondendosi nel cibo, altri si sentono al sicuro mettendo in atto altro, per altri ancora scattano molteplici meccanismi di difesa…scienze umane opzione economico sociale
Con la maturità, quando finalmente diventiamo genitori di noi stessi (in altre parole, quando impariamo a prenderci cura di noi stessi), abbiamo le piene capacità di fare un’autoanalisi e apportare cambiamenti di rotta qualora l’educazione emotiva ricevuta non dovesse garantirci una vita soddisfacente. Non possiamo cambiare l’eredità concreta che i nostri genitori ci hanno concesso, ma possiamo modificare il lascito emotivo ottenuto.
Nell’infanzia, dai nostri genitori abbiamo appreso un modo “disfunzionale” o “funzionale” per domandare attenzioni, cercare comprensione e abbiamo appreso come rapportarci con il prossimo e l’ambiente circostante. Se queste regole apprese, sono funzionali, di sicuro riusciremmo a essere buoni genitori di noi stessi. Al contrario, se abbiamo appreso modi disfunzionali, ora tocca a noi metterci in gioco per provare ad acquisire nuove nozioni.
Ciò che molti adulti non capiscono è che incolpare i genitori “di tutto” ha poco senso, anche chi è cresciuto genitori distratti, da adulto, dovrà assumersi le proprier esponsabilità educative e provare a “mettersi in salvo”. Il percorso sarà difficile, ricco di ostacoli e di credenze da sfatare… ma sarà un percorso che vale sempre la pena intraprendere.Scuola Paritaria Economico Turismo Freud Milano
Che cosa succede se non sono un buon genitore di me stesso?
Essere buoni genitori di se stessi non è un compito facile, così come non lo è stato per i nostri genitori biologici.
Un bambino rovescia un’intera tazza di latte calde nella pianta preferite della mamma. Il bambino sa che la mamma ci tiene tanto alle sue piante e la mamma spesso gli racconta che “il latte fa bene, fa crescere sani!“. La mamma, ovviamente non coglie le intenzioni del figlio, non sa “cosa c’è sotto”. Si limita ad accusare il colpo che la sua pianta è bella che è andata.
Il bambino è ingenuo, quindi non sa che sta facendo una sciocchezza, è partito con idee nobili. La mamma, invece di spiegargli che “le piante bevono solo acqua”, esordisce con una frase tipo:“ma che fai! Sei scemo?! Ora mi tocca buttare via tutto!”.Magari gli molla anche un ceffone!
Il bambino voleva collaborare, aiutare la mamma, compiacerla… Il feedback che riceve lo sminuisce, lo scredita e gli fa perdere valore e può pensare che ai problemi non ci sia rimedio, che lui è un’incapace. Un singolo episodio del genere, avrà probabilmente poco impatto sullo sviluppo dell’autostima del bambino ma spesso, i bambini, sono esposti costantemente ad atteggiamenti analoghi.
Da adulto, tu, quando provi un’emozione di paura o di sconforto, tendi ad etichettarla come “stupida”… magari ti ripeti “lo so che è stupido ma mi sento così...” oppure, ancora, “ciò che sto provando è sbagliato, non dovrei aver paura e preoccupazione”, “è banale, mi perdo in un bicchier d’acqua…“.
Queste reazioni di autocritica a loro volta diventano un evento scatenante atto ad incrementare l’intensità dell’emozione primaria (in questo caso la paura) e a innescare un’emozione secondaria come la vergogna, un senso di inadeguatezza, la bassa autostima e spesso anche sensazioni come senso di colpa, rabbia e frustrazione.Tecnico Tecnologico Turismo
In pratica con te stesso, tu non ti stai comportando meglio di quanto avrebbe fatto una madre nell’offenderti e screditarti da bambino!
Assumiti le tue responsabilità emotive, prova a darti le giuste rassicurazioni e inizia a essere un buon genitore di te stesso. Puoi rispondere a una tua qualsiasi reazione emotiva con comprensione, benevolenza, interesse e partecipazione, tutte risposte che possono portare a un aumento dell’autostima e del senso di padronanza. Tutte risposte che ti renderanno un buon genitore di te stesso.
Sì, ma… una volta appreso un modello disfunzionale, come fare a correggerlo?
Innanzitutto non temere di chiedere aiuto e farti guidare da un esperto e poi, presta attenzione alle esperienze che sperimenti. Come un genitore vigila sulle frequentazioni del figlio, tu dovrai prestare attenzione a come vivi la tua vita. Pratica una buona auto-osservazione.Scuola Paritaria
La qualità dell’esperienza che fai è importantissima perché quello che vivi può rinforzare le tua credenze erronee (i tuoi modelli disfunzionali) o ridimensionarle. Le relazioni che instauri possono diventare per te una grande risorsa o viceversa un grande limite.
Le esperienze emotive correttive possono aiutarti molto a risanare i tuoi modelli. Con le esperienze emotive correttive acquisisci nuove informazioni e capisci che c’è un modo migliore per prenderti cura di te. Un modo che si discosta molto da quello appreso durante l’infanzia.