12 febbraio 2020
DIDATTICA PERSUASIVA PER SCONGIURARE DISPERSIONE E DISAGIO SCOLASTICO
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MILANO – In un universo scolastico molto cambiato, che deve fornire preparazione, competenze, conoscenze linguistiche e informatiche per un mondo del lavoro selettivo, non è raro che gli studenti si sentano come ‘frullati’ in un mix di richieste che li portano a una competizione esasperata e a una ricerca di risultati a tutti costi. In poche parole non si sentono capiti, ascoltati, supportati e le loro difficoltà vengono frequentemente scambiate per mancanza di impegno, carenze irrecuperabili e comportamenti anti-sistema. Il disagio si traduce poi in dispersione scolastica e migliaia di intelligenze e potenzialità vanno distrutte. Un dramma per le famiglie, ma anche per la società. Per far fronte a queste problematiche è stata sviluppata, una decina di anni fa, negli Stati Uniti la cosiddetta didattica persuasiva, un approccio che mette al centro, in un rapporto dialettico, docente e discente. In Italia antesignana di questa metodologia è la Scuola Sigmund Freud di Milano Qui circa il 96% di 650 studenti, in cinque anni, hanno ottenuto risultati scolastici positivi in base a quanto rileva un focus realizzato dallo stesso istituto di istruzione superiore.
Non ci sono insegnanti che “salgono in cattedra”
Il direttore della “Sigmund Freud” Daniele Nappo
La scuola, nata nel 1992 in via Accademia nella zona nord-est della città, ha da sempre puntato sulla tecnologia quando il computer a scuola era davvero raro. A fianco a monitor touch, lavagne digitali e proiettori ha però anche contribuito a mettere a punto e perfezionare un metodo rivoluzionario che consiste nel miglioramento qualitativo dell’apprendimento e del livello di attenzione dei ragazzi. “L’aspetto fondamentale è evitare insegnanti che ‘salgano in cattedra’ e che invece basino l’insegnamento sulla ‘intelligenza sensibile’: capire i ragazzi e dare loro risposte formative, imparando l’uno dall’altro, evolvendosi. Bisogna che la scuola venga vissuta come ‘amica’ ovviamente mantenendo intatti gli obbiettivi di qualità e di risultati ma senza dimenticare anche la necessità di adeguare e individualizzare il modo di fare lezione”, spiega il direttore Daniele Nappo.
Impegno collettivo
Via gessetto e lavagne, si punta sul catturare l’attenzione dello studente – ormai appartenente alla categoria del nativo digitale – per un tempo maggiore. E, questa la filosofia, si può ottenere attenzione e memorizzazione solo se l’insegnante mantiene un linguaggio corporeo e della comunicazione non verbale che cattura la curiosità di chi ascolta sul principio che anche il miglior docente non deve mai smettere di imparare. A tal fine vengono applicati una didattica cooperativa laboratoriale cioè procedere per problemi e per ricerca co-costruendo le conoscenze partendo da una ‘difficoltà’ cognitivamente interessante affrontandola insieme; la didattica Jigsaw (puzzle) con contenuti frammentati nel lavoro a casa poi ricostruiti in classe anche con un lavoro di gruppo, ci si impegna insieme per raggiungere uno scopo comune e ogni persona dipende dalle altre e, ancora, il Brainstorming cioè confrontarsi e raccogliere idee su un tema anche con un approccio improvvisato in un lavoro strutturato per esempio riguardo a un tema o a un impegno didattico da svolgere. Insomma evoluzione, sperimentazione, attenzione, valorizzazione: valori talvolta professati a parole ma quasi mai, a differenza del Freud, attuati.