18 marzo 2025
GIORNATA MONDIALE SINDROME DI DOWN: 5 CONSIGLI PRATICI PER SCUOLA E VITA QUOTIDIANA
Nonostante la sindrome di Down sia da tempo conosciuta, persistono ancora pregiudizi e visioni superate. Le più recenti ricerche dimostrano che la Trisomia 21 non compromette in modo uniforme lo sviluppo, ma determina un profilo specifico, con punti di forza e difficoltà. Con il giusto supporto, molte persone con sindrome di Down possono raggiungere un alto livello di autonomia, costruendo una vita autodeterminata e attiva nella società. Tuttavia, ciò richiede un cambiamento di prospettiva educativa, basato sul diritto alla partecipazione.
Il manuale Sindrome di Down. Cosa fare (e non), di Monica Induni-Pianezzi e Angelica Jäggli, fornisce strumenti pratici per insegnanti ed educatori, affrontando le sfide più comuni e suggerendo strategie efficaci.
Cinque consigli per affrontare le difficoltà più comuni
In occasione della Giornata Mondiale della Sindrome di Down (21 marzo), Erickson ha estratto 5 consigli dal libro, utili per la scuola primaria e non solo.
1. L’imitazione come strumento di apprendimento
Perché lo fa?
L’imitazione può derivare dalla necessità di ottenere reazioni dai compagni o dalla difficoltà di ricordare istruzioni verbali.
Cosa fare
- Favorire l’apprendimento visivo, creando modelli positivi da imitare;
- Promuovere occasioni di interazione tra pari in modo strutturato.
Cosa non fare
- Ignorare il bisogno di supporti visivi per facilitare la comprensione;
- Impedire l’imitazione senza proporre alternative efficaci.
2. Gestire la frustrazione
Perché succede?
Difficoltà di comunicazione e mancanza di strategie per esprimere disagi possono generare frustrazione e reazioni impulsive.
Cosa fare
- Rassicurare e concedere il tempo necessario per elaborare informazioni;
- Prevenire la frustrazione con anticipazioni, domande dirette e opzioni di scelta.
Cosa non fare
- Imporre risposte immediate o situazioni stressanti;
- Sottovalutare la necessità di strumenti per la comunicazione alternativa.
3. Comportamenti disturbanti
Perché accade?
Il bisogno di relazioni e la difficoltà nell’organizzare il comportamento possono portare a disturbi nelle attività.
Cosa fare
- Strutturare strategie di interazione e allenarle con strumenti visivi;
- Spiegare ai compagni che interazioni positive riducono quelle fastidiose.
Cosa non fare
- Reprimere i comportamenti senza offrire alternative funzionali;
- Escludere il bambino dal gruppo.
4. Difficoltà nel linguaggio
Perché succede?
L’organizzazione del linguaggio è complessa, e la morfologia dell’apparato orale può rendere difficile l’articolazione.
Cosa fare
- Fornire strumenti di supporto alla comunicazione;
- Dare tempo per rispondere e verificare la comprensione con domande chiuse.
Cosa non fare
- Affrettare le risposte o interrompere;
- Ignorare le difficoltà di articolazione senza proporre alternative comunicative.
5. Opposizione alle richieste
Perché succede?
Difficoltà nell’elaborazione delle informazioni o senso di insicurezza rispetto all’attività proposta.
Cosa fare
- Adeguare le richieste ai tempi di elaborazione e cambiamento;
- Creare opportunità di scelta, trasmettendo fiducia e aspettative positive.
Cosa non fare
- Imporre compiti senza fornire un contesto chiaro e rassicurante;
- Interpretare l’opposizione come un rifiuto volontario.