16 febbraio 2024
Il Dott. Daniele Nappo, Rappresentante Legale nonché fondatore della Scuola Paritaria S. Freud, nell'articolo odierno pone l'attenzione sulla violenza, un fenomeno che sta dilagando nella scuola e soprattutto tra i giovani e giovanissimi.
Com'è noto in questi tempi quasi ogni giorno si ha notizia di una violenza nella scuola: la cronaca ne è piena soprattutto riguardo aggressioni di ragazzi nei confronti dei loro coetanei, ma anche verso i professori e, ancora più incredibile, di genitori verso i professori. Sembra di vivere in un mondo impazzito. La violenza sopprime la volontà dell'altro ed è un fenomeno molto complesso che purtroppo interessa anche il mondo dei giovani e dei giovanissimi. Trovare le cause non è certamente semplice e i fattori che favoriscono la violenza adolescenziale sono molteplici. Proprio in questi giorni e settimane abbiamo letto e sentito di episodi molto gravi. Un fenomeno in esplosione che è stato ricondotto al lockdown cioè legato a restrizioni e azzeramento della vita sociale. Anche i social, però, hanno un ruolo chiave. La violenza nella scuola, oggi talvolta raramente visibile, è figlia di ambienti poco accoglienti, per non dire spesso estranei, dove i tempi di apprendimento sporadicamente vengono incoraggiati. Il più delle volte si fa ricorso a didattiche esigenti unite a minacciose valutazioni e punizioni, con il beneplacito di insegnanti con atteggiamento autoritario. Forse non possiamo dare tutta la colpa agli adolescenti se si ribellano, il che non vuol dire assolverli da comportamenti violenti. Ma dobbiamo capire di più del "cosa succede nelle scuole?". Le strutture educative devono cambiare modalità di accoglienza, di ospitalità, di attenzione, di proposte, di partecipazione. Dobbiamo uscire dal pensiero che l'obbligo faccia crescere, che il solo sacrificio fortifichi. Oggi, fortunatamente, studi di pedagogia e di psicologia hanno allargato la visione a una comprensione più grande e ampia dei giovani e delle loro necessità: la scoperta dei talenti specifici e l'autonomia. E necessaria una diversa umanità che non veda più il trattamento educativo costruito sul dolore, sul rigore, sull'angoscia e sulla umiliazione-mortificazione.