10 novembre 2023
Il Dott. Daniele Nappo, Rappresentante Legale e Fondatore della Scuola Paritaria S. Freud, nel suo articolo odierno pone l'accento sui social, negativi per le giovani menti dal momento li pressano ad assimilare ideali di bellezza o stili di vita insensati o impossibili da raggiungere.
Nel 2023 secondo varie rilevazioni circa 5,2 miliardi di persone, ben oltre la metà della popolazione mondiale che non arriva agli 8 miliardi, navigano sui social network inconsapevoli dell’’impatto che queste reti digitali hanno sulla salute mentale dei giovani. L'adolescenza è un periodo esposto per lo sviluppo di problemi di aspetto fisico, disturbi alimentari e malattie mentali: si deve aiutare i giovani a disintossicarsi dell’uso dei social come Instagram, Tik Tok e Facebook. Il loro uso continuo non fa bene e non permette loro di avere la percezione della realtà e del loro aspetto personale. Infatti si sentono molto meglio, rispetto appunto al loro aspetto, quando accorciano della metà il tempo trascorso davanti allo schermo. Purtroppo quello che appare in questi canali è una sovrastruttura della realtà, vengono continuamente proposti dei modelli di lontanissima bellezza estetica o di difficile attuabile prestigio anche se va detto che i ragazzi di oggi percepiscono una maggiore capacità d’inclusività del vario e del diverso. I social media sono pieni di influencer di moda e fitness che pressano gli adolescenti ‘attaccabili’ ad assimilare ideali di bellezza o stili di vita insensati e impossibili a chi ha comuni disponibilità economiche. La scuola deve aiutare gli studenti a capire che devono staccarsi dai social e usare il loro tempo libero per dedicarsi ad hobby, passioni, volontariato. Sappiamo come, in questo momento, i giovani stiano vivendo un momento di bassa autostima, di disagi psichici e di disturbi alimentari: sfortunatamente è evidente che i social rendano ancora più fragili quei punti di spaccatura dopo un loro utilizzo sconsiderato anche fino o oltre 8 ore al giorno. Gli adolescenti costruiscono un vero legame con i social media, sentono un sollievo nell’usarli perché apparentemente non si sentono frustati ed esclusi, ma se cominciassero a fruirne di meno si accorgerebbero di miglioramenti significativi nella stima di loro stessi. Il loro utilizzo è un sistema fattibile per produrre un effetto positivo a breve termine sull'immagine di sé in una popolazione vulnerabile di utenti. La correlazione tra uso dei social network e salute mentale è oggetto di forte attenzione da parte dei ricercatori anche sulla base di una letteratura scientifica sempre più prolifica. Va detto però che il problema vero è la ‘consumazione’ distorta che ne si fa che porta a una dipendenza. Se i genitori proibiscono questa modalità di relazione i ragazzi manifestano segni di impazienza, disagio o irritabilità. In sostanza gli adolescenti vivono una vera “paura di non esserci”, di venir tagliati fuori dagli eventi organizzati dagli amici se non connessi ai social. Con l’effetto di produrre ulteriore compulsione ad essere ininterrottamente collegati in Rete. Altrimenti si sentono soli. A scuola va insegnato che è sbagliato accogliere in modo acritico ciò che gli altri propongono e a imitare ciò che gli altri coetanei fanno: questa è tendenza adolescenziale, tipica dell’età, al conformismo, a cui la Rete ha purtroppo dato un potente rinforzo. Il Web può offrire certamente delle nuove possibilità di esprimersi. È quindi fondamentale che i professionisti della salute familiarizzano con il mondo digitale per intercettare questa crescente domanda di aiuto, offrendo innovativi canali di comunicazione e supporto. Anche in questo caso la scuola ha un ruolo fondamentale di tramite e in generale di educazione a un uso corretto e ridotto dei social media.