6 agosto 2021
In data 6 Agosto 2021, il quotidiano nazionale “Il Giorno”, pubblica l’intervista al Legale Rappresentante della Scuola Paritaria S. Freud, Dott. Daniele Nappo.
Il Direttore dell’Istituto, a indirizzi Informatica, Turismo e Scienze Umane, esprime le proprie considerazioni sulla discriminazione in atto sul tema dei contributi di “aiuto di Stato”, negati alle paritarie.
In uno Stato democratico gli aiuti devono riguardare tutti gli studenti e non solo quelli delle scuole statali.
IL NODO IRRISOLTO: LE PARITARIE SONO DISCRIMINATE
La scuola pubblica paritaria è per i genitori una scelta educativa, il genitore deve poter scegliere liberamente il modello che preferisce come sancito dalla Costituzione.
La legge 622000 stabilisce l’equipollenza delle scuole statali e le scuole paritarie: questo dovrebbe essere un valore di libertà per i genitori e non una discriminazione. Sicuramente negli ultimi anni si è iniziato a cogliere un cambio di rotta, il pregiudizio scuola paritaria uguale privata ha cominciato a rompersi: in un Disegno di legge si parla finalmente di detrazione fiscale della retta.
E tuttavia alle superiori la detrazione è veramente minima.
Andare a scuola è un dovere sancito dallo Stato, non certo una scelta come fare un sia pur legittimo acquisto di un appartamento con l’accollo di un mutuo.
Come avviene già in altri Paesi del Nord Europa, lo Stato per permettere una vera libertà di scelta scolastica potrebbe dare a ogni famiglia un buono da spendere nella scuola statale o paritaria.
È in realtà un tema irrisolto quello dei contributi pubblici alle scuole paritarie e quando si terminerà la brutta parentesi del Covid ci ritroveremo di fronte alla solita bipartizione statale e privata.
Le scuole paritarie in Italia sono circa 13 mila, frequentate da 900 mila studenti – il 10 per cento della popolazione scolastica – e fanno parte a pieno titolo del sistema nazionale dell’istruzione, così come previsto dalla legge n. 622000.
Le scuole paritarie non devono essere incluse nella vasta categoria degli operatori economici, per i quali vige il divieto di “aiuto di Stato”, perché svolgono un servizio pubblico. La classica retta che gli studenti iscritti pagano alle scuole paritarie è considerato elemento rivelatore dell’esercizio di un’attività con modalità commerciale e, pertanto, al netto della parentesi pandemica riguardo le “Misure urgenti per la scuola”, gli aiuti torneranno ad essere modestissimi.
Un anno fa era stato il decreto Rilancio a non prevedere nemmeno un euro per le misure di sicurezza nelle scuole paritarie, mentre stanziava 1,6 miliardi per le statali.
Soltanto dopo una robusta pressione, si è arrivati a prevedere 300 milioni anche per gli istituti non statali. Anche con il decreto Sostegni è previsto un incremento di 150 milioni.
Il decreto prevede il sostegno, però, solo alle scuole statali cosi come anche le risorse per il recupero della socialità sono destinate prioritariamente alle istituzioni scolastiche statali. Appare evidente una ingiustizia, una discriminazione. In uno Stato democratico gli aiuti devono riguardare tutti gli studenti e non solo quelli delle scuole statali.
Dott. Daniele Nappo
Rappresentante Legale Scuola Paritaria S. Freud