22 gennaio 2022
In data Sabato 22 Gennaio il dottor Daniele Nappo, rappresentante legale della Scuola Paritaria S. Freud, pubblica sul quotidiano nazionale “Il Giorno” una riflessione concernente il ruolo dei percorsi scolastici per gli adulti di domani.
Fondamentale è che gli alunni imparino sin da giovani a raggiungere la capacità sociale, cioè la capacità necessaria di assumere il ruolo sociale nell’età adulta. Infatti la scuola è una vera e propria palestra di socializzazione per chi la frequenta, proprio perché all’interno di essa si sperimentano atteggiamenti e valori presenti nella società reale. Bisogna aiutare gli studenti a costruire la propria identità.
Di seguito l’articolo:
“La scuola è il luogo dove gli studenti imparano. Esistono diverse modalità di approccio nell’apprendimento e di come raggiungere la capacità sociale, cioè la capacità necessaria di assumere il ruolo sociale nell’età adulta. È compito anche di questa istituzione realizzare modelli, costruire un senso d’amicizia o sapere conciliare un conflitto fra coetanei. Ricapitolando la scuola è socializzazione per chi la frequenta, poiché dall’ambiente scolastico si possano apprendere i valori e gli atteggiamenti presenti nella società. In classe non esistono le disuguaglianze, si insegna a diventare adulti, la disciplina, il rispetto, si apprendono le modalità utili per rapportarsi con l’altro. A scuola diventa quindi importante, fondamentale, la vita sociale che si svolge fra i coetanei, che diventa un luogo nel quale si concretano le relazioni che hanno la finalità di far acquisire ai singoli le abilità sociali e le giuste condotte. Il compito della scuola di conseguenza è di incrementare il senso di appartenenza al gruppo e la vicinanza fra i giovani vietando le condotte litigiose che talvolta mirano a stabilire delle gerarchie di potere tra coetanei. La scuola diventa un ambito di sviluppo della comunicazione e di proprietà linguistica ed espressiva in quanto rendere esplicito in modo logico e capibile le proprie argomentazioni può avere un peso notevole nell’essere positivo e vincente nel confronto, oggi e domani, con gli altri. Bisogna, in altre parole, aiutare gli studenti a costruire una propria identità, ad avere idee, ideologie e comportamenti; bisogna favorire l’ingresso nel gruppo anche ai ragazzi meno propensi al dialogo. Talvolta nelle aule ci sono dei veri e propri personaggi sociali che fanno a gara per contendersi la popolarità, per detenere l’importanza nel gruppo. Qui il docente deve intervenire e rasserenare tali condotte riportando l’attenzione al superare insieme paure, preoccupazioni e ansia di dimostrare d’essere qualcosa che non si è. La vita sociale della classe è un luogo dove il minore assimila le abilità che gli consentiranno di esercitare l’esperienza sociale raggiunta l’età adulta. La capacità di avere strumenti idonei è - così dicono studi e analisi - ciò che farà la differenza nella riuscita sociale individuale. L’elemento di rilievo nell’apprendimento di queste abilità è descritto dal sapere dei coetanei, che fornisce un buon processo per poter assimilare le regole del gruppo dei pari e per agevolare la crescita cognitiva, emotiva e, appunto, sociale nell’età evolutiva.”
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