10 settembre 2021
In data 10 settembre 2021, il quotidiano “Il Giorno” dedica la pagina “Piazza Lombardia” – Sfide oltre il Covid – al Legale Rappresentante della Scuola S. Freud, il Dott. Daniele Nappo.
Nella consueta rubrica del venerdì, il Direttore dell’Istituto, a indirizzi Informatica, Turismo e Scienze Umane, esprime le proprie riflessioni circa le “interrogazioni programmate”.
Alle giovani e ai giovani va data la possibilità di organizzarsi nello studio e di conoscere il momento in cui saranno sentiti nelle varie discipline
Noi promuoviamo le interrogazioni programmate
Le interrogazioni programmate sono uno dei tormentoni della scuola: da una parte chi pensa che sia un modo per andare troppo incontro agli studenti, dall’altra chi ritiene che si studi solo per l’appuntamento prefissato e quindi il rischio è che l’impegno e l’apprendimento diventi sporadico.
A detta di alcuni docenti la programmazione concordata porta lo studente a sentirsi “esentato” dallo studio per tutta la durata delle spiegazioni, rendendo quasi impossibile l’applicazione della metodologia legata alla lezione partecipata. Un insegnante non potrebbe conversare con uno studente se questo non ha ripassato gli argomenti e quindi si ridurrebbe a tenere solitari monologhi. Lo studente, dal canto suo, si ritroverebbe in riposo completo per tutto il periodo delle spiegazioni e poi, ad una manciata di giorni dalla verifica, farebbe una full immersion per superare l’interrogazione.
Se tutti i docenti, però, interrogassero a sorpresa senza avvertire e senza programmare gli studenti non avrebbero la minima possibilità di organizzare il loro compito.
È quindi un problema di pianificazione personale, che servirà poi anche nella vita al futuro cittadino il quale per il momento frequenta una comunità educante con la possibilità di formarsi correttamente rispetto ai propri impegni. È una modalità che se capita, nel verso giusto, potrebbe diventare molto importante anche nel lavoro. Non è possibile pretendere dagli studenti, che sono ragazzi con i loro dilemmi e spesso afflitti anche da ansia e da stati emotivi legati all’adolescenza, che in un periodo circoscritto siano pronti a sostenere interrogazioni e compiti in classe per più di dieci materie, magari affrontando due o tre verifiche nello stesso giorno. Alle giovani e ai giovani va data la possibilità di organizzarsi nello studio e di conoscere il momento in cui saranno sentiti nelle varie discipline.
Sappiamo per esperienza che i ragazzi soffrono d’insicurezza e fragilità emotiva indotta anche da una società che concede loro tutto, ma non li abitua ad affrontare le difficoltà. I disagi psicologici, innegabilmente, creano esiti negativi. La scuola deve assumersi anche questo compito: preparare alla vita futura. Ma non può e non deve farlo imponendo timore e insicurezza, non deve serpeggiare la paura delle verifiche a sorpresa, una vera forma di ‘terrorismo psicologico’. Del resto è certo che gli studenti quando saranno all’Università conosceranno sempre in anticipo le date degli esami.
Dott. Daniele Nappo
Rappresentante Legale Scuola Paritaria S. Freud