7 gennaio 2021
In data 7 Gennaio 2021, a pochi giorni dalla ripresa parziale della didattica in presenza nelle Scuole Superiori, il giornale "il Giorno” cita l’Istituto Freud di Milano, promotore del Progetto “Comunità affettiva e inclusiva”.
L’Istituto, a indirizzi Informatica, Turismo e Scienze Umane, tramite il programma avviato, si prefigge di preservare il ruolo di comunità educante proprio della sua identità, per tutelare il diritto allo studio degli studenti e per offrire supporto umano in momento di storico di incertezze e timori.
Compito della Scuola è quello di affiancare ciascun alunno, mediante un dialogo educativo e affettivo, fornendo risposta al delicato momento contingente vissuto dagli studenti a causa della pandemia mondiale per Covid19, che ha condizionato i nostri stili di vita nonchè i metodi di apprendimento.
A oltre 50 mila morti ormai raggiunti purtroppo oggi per il Covid e con la seconda ondata della pandemia che ha spazzato via anche il mondo degli studenti - dopo che le lezioni erano, con difficoltà, ma più o meno regolarmente - riprese, la scuola superiore Freud di Milano lancia un nuovo programma contro il virus: “Progetto comunità affettiva ed inclusiva”.
L’iniziativa segue il “Progetto resilienza” lanciato a settembre alla ripresa dell'attività ed “è stato necessario - spiega il direttore Daniele Nappo - perché purtroppo di nuovo i ragazzi sono a casa e la didattica a distanza non basta. E’ necessario cambiare i canoni dell'insegnamento”. L'istituto è frequentato da circa 700 giovani.
L'obiettivo è salvaguardare la comunità educante - allievi e insegnanti - come luogo intimo e incoraggiante di crescita e affrontare le tempeste emotive e cognitive inattese e coinvolgenti caratteristica della drammatica situazione generata dal Coronavirus.
La tecnica usata è semplice e complessa al tempo stesso: ampia convivialità relazionale, intessuta di linguaggi affettivi ed emotivi, promozione della condivisione di quei valori che fanno sentire i membri della società come parte di una comunità vera e viva, una scuola che affianchi al compito dell’insegnare ad apprendere quello dell’insegnare a essere. In due parole una comunità inclusiva.
“Oggi il problema non è solo l’adolescenza - spiega Nappo - in questo periodo a causa del Covid si vivono paure, incertezze, errori e fallimenti in misura enorme. Il nostro progetto prevede che con una forza nuova gli studenti vengano spronati a non sostare nello stagno rassicurante, ma fermo, del conosciuto.
Bisogna tenere accesa la luce dei valori. Quindi il corpo docente sta ascoltando uno per uno i ragazzi per capire le loro difficoltà non solo perché sono in Dad. E affrontiamo insieme tutti i problemi per arrivare un percorso condiviso e appunto inclusivo”. (ANSA).