30 luglio 2021
In data 30 luglio 2021, il Quotidiano Nazionale pubblica la nuova intervista al Rappresentante Legale della Scuola Paritaria S. Freud a indirizzi Informatica, Turismo e Scienze Umane.
In questa occasione, il Dott. Daniele Nappo esprime le proprie riflessioni su un nodo irrisolto del sistema scolastico paritario: la discriminazione di cui sono vittima i docenti delle scuole paritarie alle quali è consentito assumere stabilmente soltanto insegnanti abilitati, per garantire la parità scolastica.Gli insegnanti precari sono tutti uguali, con gli stessi diritti e meritano di essere trattati tutti nello stesso modo.
Scuole paritarie. Quei precari ancora di serie B
Oggi penso abbia senso parlare di un tema poco conosciuto ma reale: la discriminazione di cui sono vittima i docenti delle scuole paritarie cui la legge 622000 impone di assumere, stabilmente, soltanto insegnanti abilitati per garantire la parità scolastica. Nonostante le scuole paritarie siano riconosciute legalmente e chi vi opera abbia conseguito la laurea e i 24 Cfu, cioè i Crediti formativi universitari, per l’insegnamento hanno meno diritti di chi svolge lo stesso incarico nella scuola statale. Dal 2014 non sono stati attivati percorsi di abilitazione e con i concorsi riservati agli abilitati 2016 e 2018 le scuole paritarie sono rimaste senza personale abilitato, assorbito dalla scuola statale; le scuole pubbliche paritarie sono così costrette ogni anno scolastico, a ricercare insegnanti da nominare e assumere a tempo determinato (dal primo settembre al 30 giugno), personale non abilitato disattendendo proprio la legge 622000 (al comma g, per la precisione).Nasce così un paradosso tutto a svantaggio dei lavoratori. Lo Stato attraverso il cosiddetto Decreto dignità, obbliga le aziende private, quindi anche le scuole paritarie, ad assumere i propri dipendenti a tempo determinato per un periodo massimo di 24 mesi.Vincolo che il datore di lavoro ha riguardo la possibilità di riassunzione, non è infatti previsto reiterare per troppe volte il contratto a tempo determinato.L’obbiettivo è la giusta stabilizzazione del dipendente. Allo stesso tempo però le scuole paritarie non possono trasformare in tempo indeterminato il contratto al docente se non in è in possesso dell’abilitazione. I corsi come detto non sono però stati attivati da ben 7 anni.Non è un caso quindi che l’Unione europea abbia sanzionato l’Italia per l’abuso di precariato scolastico. Va quindi riconfigurata la figura del docente perché le scuole paritarie sono per la maggior parte serie e ben organizzate.
Sradichiamo il luogo comune che le vede come dei diplomifici perché non è la realtà. Gli insegnanti precari sono tutti uguali, con gli stessi diritti e meritano di essere trattati tutti nello stesso modo.
Dott. Daniele Nappo
Rappresentante Legale Scuola Paritaria S. Freud