3 settembre 2021
In data 3 settembre 2021, il quotidiano “Il Giorno”, nel consueto appuntamento settimanale sulla pagina “Piazza Lombardia”, pubblica l’articolo del Legale Rappresentante della Scuola Paritaria S. Freud Dott. Daniele Nappo.
Tema della riflessione del Direttore dell’Istituto Superiore di Milano è quello relativo alle “Regole a scuola: tra autorità e permissivismo”.
È a scuola che bisogna educare al vivere civile e il docente è il primo esempio; il processo d’imitazione è l’arma educazionale più forte. Perché i giovani ci guardano e ci ascoltano.
Da qui l’importanza del dialogo educativo tra insegante e alunno: sicuramente una delle peculiarità della Scuola del Direttore Nappo.
Regole a scuola: tra autorità e permissivismo
“L’educazione alle regole è uno dei temi maggiormente dibattuti in ambito educativo, ma in che misura possiamo bilanciare autorità e permissivismo? Le regole devono fare parte di uno stile di vita condiviso, occorrono per vivere insieme.
Il loro rispetto è alla base dello stare bene in una collettività com’è la scuola, il mancato rispetto crea indiscutibilmente problemi comportamentali. Far rispettare, alle nuove generazioni, regole e disciplina sembra raffigurare oggi uno dei maggiori e più diffusi problemi denunciati da genitori e insegnanti. Buona parte dei ragazzi ha difficoltà a comprendere le norme di condotta sociale, oltre che ad autoregolarsi rispetto alle stesse: si manifesta fra i giovani una certa incapacità e sofferenza. Le regole servono a convivere e raggiungere obiettivi e in una scuola, perché si garantisca un buon rapporto tra docente e studente e si crei un ambiente adatto all’apprendimento, vanno chiarite in modo trasparente ed esplicito. Non devono essere una sorta di gabbia che impedisca la creatività degli adolescenti ma, al contrario, devono essere dei punti di riferimento. La trasgressione è una caratteristica fisiologica di un percorso di crescita in cui il rapporto con le regole educative e sociali viene rivisto: un ragazzo sente di poter crescere mettere tutto il mondo in discussione liberandosi dagli schemi e dalle regole che gli adulti gli hanno assegnato.
L’obiettivo è andare oltre, prenderne le distanze per differenziarsi, rendersi autonomo, raccontare la propria unicità, per dare una misura ai propri limiti e valutare cosa succede se si oltrepassano. È a scuola che bisogna educare al vivere civile e il docente è il primo esempio; il processo d’imitazione è l’arma educazionale più forte. Perché i giovani ci guardano e ci ascoltano. Senza regole ci sarebbe confusione, non si potrebbe vivere. Anche fuori scuola. Le regole e i NO sono fondamentali nella crescita di un adolescente, favoriscono lo sviluppo del senso morale e aiutano a tracciare i confini psichici, perché senza paletti c’è fragilità, si manifestano disagi e inquietudini, se non perfino disturbi della personalità. Le regole sono l’architrave della società civile.
É importante che un docente sia in grado di orientare i comportamenti e mantenere così facendo in salute un gruppo, in modo da aumentare lo spirito di appartenenza di ogni singolo e poter conseguire delle finalità con il miglior risultato.
Agli educatori il compito di tracciare nuove rotte di convivenza segnando, al fianco dei giovani, le linee dell’accoglienza, del rispetto, del confronto, ma soprattutto del dialogo.