16 luglio 2021
In data 16 luglio 2021, il quotidiano “Il Giorno”, condivide le riflessioni del Legale Rappresentante della Scuola Paritaria S. Freud sul tema dell’importanza dell’educazione sessuale in classe.
Nella pagina “Piazza Lombarda. Le sfide sul tavolo; scuola e società”, Il Dott. Daniele Nappo espone come l’Italia sia uno dei sette paesi europei in cui l’educazione sessuale non fa parte dei programmi scolastici.
In una prospettiva nuova, il sistema di istruzione dovrebbe rendere la materia interessante e non “censurante”, "educazione sentimentale" e non solo meramente fisica e sessuale. Rendere d’obbligo l’educazione sessuale in classe
L’Italia è uno dei sette paese europei nei quali l’educazione sessuale non fa parte dei programmi scolastici, forse perché da sempre è tema di scontro politico, religioso e ideologico.
In assenza di un percorso ministeriale da seguire, ogni scuola può decidere se e come affrontare l’argomento: alcune coinvolgono insegnanti volenterosi, altri aderiscono ad iniziative od associazioni esterne.In sostanza, però, si determina una autogestione con una evidente disparità di formazione.
Secondo l’Unesco, il sistema scolastico riveste un ruolo chiave nell’insegnamento dell’educazione sessuale. Gli standard per l’educazione alla sessualità in Europa suggeriscono una visione cosiddetta olistica, che racchiude non solo la semplice prevenzione dei problemi di salute, ma si focalizza anche su una caratteristica della vita fisica ed emotiva come elemento positivo e non pericoloso, ma fonte di soddisfazione e arricchimento nelle relazioni intime (…) Certamente la scuola è un luogo dedicato all’apprendimento e all’educazione degli studenti, e la nuova scuola potrebbe rendere la materia interessante e non “censurante”.
Recentemente il Ministero dell’Istruzione ha chiarito che le attività scolastiche extra curricolari che riguardano temi sensibili dal punto di vista etici o religiosi devono essere preventivamente autorizzate dai genitori, ma certamente non può bastare per risolvere il gap di formazione sull’argomento.
Manca una normativa, o un quadro chiaro di riferimento, e ogni scuola usa la metodologia che crede opportuna. In un quadro quindi in cui educazione sessuale è assente, incompleta, approssimativa, la stragrande maggioranza degli adolescenti italiani si informa su internet, contribuendo ad alimentare la confusione e i falsi miti sulla sessualità. L’aspetto sostanziale del problema ènche l’educazione sessuale a scuola non deve limitarsi a fornire informazioni tecniche ai giovani su come avviene un rapporto sessuale o come si trasmettono le malattie o su come evitare gravidanze indesiderate. Oggi le ragazze e i ragazzi hanno molto più bisogno di un’educazione sentimentale che sessuale (…) in un futuro, che si spera prossimo, sarebbe importante inserire educazione sessuale come una materia curricolare e considerarla materia d’esame. I programmi dovrebbero essere trattati in maniera multidisciplinare, in altre parole da più insegnanti sotto diversi punti di vista non dovrebbero essere facoltativi, costruendo un progetto che dia le risposte alle mutevoli situazioni di vita degli adolescenti.
Dott. Daniele Nappo
Rappresentante Legale Scuola Paritaria S. Freud