15 luglio 2022
Il Covid ha trasformato la vita delle persone e in particolare quella degli studenti. La Scuola ha dovuto reinventarsi e non è stato facile adeguarsi. Apatia e depressione hanno assalito alcuni studenti, ma bisogna superare le insicurezze e gestire le emozioni con fiducia.
Come insegnare ai giovani a pianificare
Se esiste una necessità deve nascere un impegno: bisogna lavorare e convincersi che si può riuscire. E, con questo comportamento, quasi sempre si è capaci di ottenere ciò che ci si è prefissato. Questo ottimismo - comprovato dalla realtà dell’esperienza - nasce dalla necessità, dal bisogno, dall’esigenza, da quello che si prova quando la scelta è quella giusta. Quello che è accaduto alla scuola italiana con il Covid non è solo un insieme di limiti e restrizioni, ma anche, e soprattutto, un campo aperto, una fetta di mondo inesplorato di possibilità spalancato proprio grazie alla crisi che abbiamo dovuto fronteggiare. L’atteggiamento rassicurante, l’ottimismo, ci servono per andare avanti con serenità, in un momento in cui lo studente trova difficilmente qualcuno che riesca a dire una parola positiva o anche solo di conforto sulla scuola; quello che si vede dipende dal proprio punto di vista e per vederlo si deve cambiare punto di vista. E allora ci si provi, si cambi per un attimo punto di vista. Non si tratta del moralismo di chi vorrebbe che i problemi si ridimensionassero all’istante, al solo pensiero del “c’è chi sta peggio”. Al contrario bisogna razionalizzare quello che sta accadendo e mettere tutto nella giusta prospettiva. No a circoscrivere in maniera assolutista l’organizzazione scolastica anti-Covid, no alla perdita della libertà e a una scuola noiosa e deleteria per la salute mentale dei ragazzi.
Sicuramente non è la scuola ideale e sicuramente molti giovani ne hanno sofferto in diverso modo.
Dobbiamo pensare a questo periodo come un’occasione per rivedere il curricolo scolastico, la funzione educativa della scuola e, introdurre il conseguimento di competenze altre rispetto ai traguardi stabiliti dalle Indicazioni Nazionali.
Potrebbe essere l’occasione per organizzare una didattica delle life skills, che non significa rinunciare alla scuola della conoscenza, piuttosto attraversarla per sviluppare indirettamente anche abilità di vita. Si provi a partire dai desideri espressi dagli adolescenti, si chieda loro cosa vorrebbero fare, dove vorrebbero andare e li si aiuti ad arrivarci fabbricando insieme cartografie affettuose della conoscenza in cui posizionare un mondo che è in continua e repentina trasformazione.
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