24 novembre 2023
Il Dottor Daniele Nappo, Rappresentante Legale e Fondatore della Scuola Paritaria S. Freud, nell'articolo odierna tratta l'argomento della certificazione delle competenze, ovvero un modo per riconoscere ufficialmente le acquizioni di una persona.
Sinteticamente la certificazione delle competenze è un processo formale e informale di valutazione e di valore: lo scopo è quello è riconoscere ufficialmente le acquisizioni di una persona. Si designano i compiti principali e caratteristici della carriera: la certificazione delle competenze riconosce primariamente il grado nello sviluppare determinati compiti. Quindi riguarda le prestazioni e non le caratteristiche: permette, in pratica, di ottenere una qualifica professionale grazie al riconoscimento dell’apprendimento condotto in tutto o in parte al di fuori di un percorso di studio tradizionale o di una fase di apprendistato. Esistono vari modi per preparare una persona a svolgere una determinata professione e/o per attestare il patrimonio di specifici livelli di conoscenze e di saperi. Il metodo tradizionale per tantissimi anni è stato l’apprendistato che presuppone però un’assunzione. Nella società moderna si è diffusa, invece, la possibilità della frequenza di un corso di studi in una scuola pubblica o privata accreditata con un esame finale: quindi solo se si è completato con successo un corso di studio si ottiene il certificato delle competenze. Sappiamo, però, che questo è un apprendistato incompleto perché in concreto le persone imparano anche in maniere altre e differenti.L’idea di base della convalida dell’apprendimento acquisito al di fuori dei percorsi di studio formali è mettere a punto strutture per certificare e dare valore sociale tramite il rilascio di un documento avente valore legale a livello europeo. La certificazione delle competenze acquisite in ambiti formali e informali è stata promossa dalla raccomandazione del Consiglio europeo del 20 dicembre 2012. La raccomandazione invitava gli Stati membri a dare ai cittadini l’occasione di comprovare quanto avessero appreso al di fuori dell’istruzione della formazione formale e richiedeva inoltre a ogni Stato membro di mettere a punto un procedimento di convalida dell’esperienza di apprendimento non formale-informale che permettesse a ognuno di ottenere un titolo di studio o una qualifica completa e/o parziale dotandosi di dispositivi, cioè di servizi, che permettessero tale convalida. In Italia lo sviluppo dei servizi di certificazione delle competenze è avvenuto, purtroppo, in modo limitato e su base regionale: invece di sviluppare un sistema unico a livello centralizzato valido per tutte le regioni si è optato per sistemi su base locale. Il risultato è che al momento ogni regione ha un proprio repertorio delle qualifiche professionali, una propria normativa per la certificazione. Negli anni il Ministero del Lavoro e il Coordinamento delle regioni hanno cercato di rendere i diversi sistemi regionali più omogenei e finalmente siamo arrivati a linee guida comuni anche se è stato un processo lungo e costoso ancora non arrivato a termine. Ancora oggi le qualifiche hanno valore, però, solo nella regione in cui sono state rilasciate. Non c’è un riconoscimento automatico delle qualifiche tra regioni diverse e inoltre nella maggior parte delle regioni italiane il sistema di certificazione delle competenze non è pienamente operativo. Le uniche regioni in cui un cittadino può rivolgersi a un soggetto autorizzato a chiedere la certificazione delle competenze sono la Lombardia e l’Emilia-Romagna. Tutte le altre regioni sono tuttora dissimili nel processo di attuazione. Il cittadino che desidera ottenere una certificazione delle competenze deve rivolgersi a un soggetto autorizzato; i soggetti autorizzati sono i centri per l’impiego e le agenzie per il lavoro o le agenzie formative che hanno ottenuto un’autorizzazione regionale; il cittadino spiega ad un esperto i compiti lavorativi che ha imparato a svolgere in modo formale-informale e di cui vorrebbe ottenere la certificazione e l’esperto identifica le competenze corrispondenti dal repertorio delle qualifiche regionali e dal ‘sito atlante’ del lavoro. Le qualificazioni-atlante è un sito nazionale che serve appunto a identificare le competenze regionali a cui corrispondono determinate attività lavorative: sempre con l’aiuto dell’esperto il cittadino poi mette a punto un dossier delle evidenze, ossia, una raccolta di documenti o di esperienze che possono supportare la sua richiesta nella fase di validazione delle competenze. La certificazione ha certamente dei vantaggi per la società ma non può essere, come detto, cosa di poche regioni o non avere una validità nazionale ed europea.