14 aprile 2023
Il Legale Rappresentante nonché fondatore della Scuola paritaria S. Freud, Dott. Daniele Nappo, tratta l'argomento delle valutazioni, un tema molto importante in ambito scolastico. Il voto numerico è uno strumento di controllo che può portare gli studenti a odiare la scuola o addirittura ad abbandonarla. La soluzione potrebbe essere una valutazione descrittiva, che ha il pregio di rendere il giudizio comprensibile sia per lo studente che per la sua famiglia ed essere un potente elemento stimolante di apprendimento.
Chi lavora nella scuola si trova continuamente nella necessità di effettuare valutazioni nella propria materia sotto l’aspetto pedagogico. Il docente si trova a dover riflettere sul carattere della sua attività cercando di essere obbiettivo: vanno definite le caratteristiche e le condizioni, vale a dire un metro ben individuato. Un metodo chiaro, comprensibile sia da chi esamina (l’insegnante), sia da chi viene giudicato (lo studente). La valutazione descrittiva è sempre più opportuna e più efficace del voto numerico, perché consente di capire e di crescere imparando. A scuola la valutazione non dev’essere punitiva: anche se comunicata attraverso un voto dev’essere un mezzo e non il fine della relazione tra insegnante e studente e, soprattutto, non dev’essere umiliante riducendo la persona al voto attribuito. Purtroppo però troppo spesso accade così. Il problema in realtà non è il giudizio, ma il fatto che quello che serve è dare delle informazioni a studenti, famiglie, comunità educativa, per avere elementi informativi per insegnare meglio e imparare meglio. Certamente se la programmazione didattica non è limpida, se il piano di lavoro della classe non è chiaro, il voto non può esserlo in qualunque modo esso venga conferito. Ogni qual volta si dibatte della forma con cui si valuta non si può farlo senza mettere in discussione il modo in cui si pensa e si insegna. Bisognerebbe discutere in maniera completa della sostituzione dei voti e di utilizzare l’opportunità della valutazione formativa: gli studenti non devono avere la misurazione delle loro capacità o bravure solo con il voto, non può essere lo strumento unico. Il numerino non è la prova dell’esistenza della pedagogia e della didattica. Oggi più di ieri la scuola del merito, quella che distribuisce premi e punizioni, è il cardine del nostro sistema formativo. Sperimentare forme di valutazione senza voto non deve apparire un errore di lesa maestà. Bisogna agire subito con minore timidezza: il voto numerico, come strumento di controllo, è rimasto a chi considera l’insegnamento un mero esercizio di potere.