22 luglio 2022
A causa della pandemia per Coronavirus le scuole hanno sfruttato le nuove tecnologie per continuare la propria didattica, con la formazione a distanza. Tutto il settore dell'e-learning ha avuto uno sviluppo esponenziale, ma il cambiamento avrà convinto i ragazzi?
Dopo la maturità, uno studente su dieci s’iscrive a un'università telematica. Perché? Che senso ha? Apre un mondo di nuove opportunità? Cerchiamo di rispondere. Passati due anni di pandemia si è rientrati alla normalità, alle lezioni tradizionali in presenza, ma i ragazzi hanno potuto in questo lungo periodo far uso della tecnologia nella didattica e sperimentare l’e-learning ossia un sistema di video lezioni su varie piattaforme; possiamo dire che oggi la didattica è cambiata e presenta delle opportunità nuove. L’e-learning conquista i nuovi studenti sempre più nativi digitali e sempre più coinvolti da un sistema di lezione dove intravedono maggiori possibilità di programmare e organizzare lo studio. Nella quasi totalità degli istituti si è tornati al pre-Covid, ma non è stato così per le Università che sono state dominate dalla Dad, la Didattica a distanza; due studenti su cinque dicono di aver frequentato prevalentemente a distanza anche per scelta. Di conseguenza nel futuro prossimo è facile ipotizzare che l’e-learning rimanga una valida alternativa: gli studenti si sono abituati e non pochi la trovano comoda e soddisfacente. Questi aspetti potrebbero cambiare le scelte universitarie dei prossimi anni portando fra breve alla definitiva ‘investitura’ degli atenei che operano esclusivamente online. I risultati dell’Osservatorio ‘Università Telematiche’, realizzato dal Cfu - Centro formativo universitario - ci dicono che tra i circa 4.000 giovani delle scuole superiori interpellati che nel loro futuro vedono l’iscrizione a un corso di laurea, oltre 1 su 2 pensa che valuterà anche l’offerta di queste realtà. E quasi 1 su 10 le ha messe ai primi posti nella lista delle opzioni.
E’ un cambiamento di modello radicale. Nella classifica dei motivi che, per le matricole, spostano l’ago della bilancia in favore degli atenei online, in prima posizione - con il 30% dei consensi - ci sono sia la possibilità di abbattere i costi di spostamenti e libri, sia il parere che studiare a distanza sia un metodo migliore rispetto a quello tradizionale (il 6%): solo il 7% preferirebbe la telematica perché attirato da una presunta prospettiva di minore difficoltà del percorso di studi. Il pregiudizio verso le telematiche è sempre più debole: non c’è più il pensiero di una laurea regalata.
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