2 settembre 2022
Per una scuola inclusiva le bocciature dovrebbero essere abolite. Bisogna comprendere cosa aiuta realmente lo studente “rimandato”.
La famigerata ‘sospensione del giudizio’ - cioè l’essere rimandati - genera ansia e preoccupazione per gli studenti e per le famiglie. E’ vero che nelle suole italiane, in generale, si boccia sempre meno, ma sempre più ragazzi alle superiori sono rinviati a settembre, per riscattare le materie insufficienti. In sintesi è aumentato il numero dei ragazzi con giudizio sospeso ed è diminuito il numero dei respinti. L’abbondante parte dei ragazzi che si trovano a rifare il percorso di studi è del primo anno dove pesa l’orientamento scolastico non corretto.
Il tema “orientamento “è attualissimo e si dovrebbe ridefinire la strada e il compito della scuola media: oltre allo studio degli argomenti, andrebbe rafforzata la didattica dell’orientamento, ovvero un metodo organizzato che aiuti gli studenti a identificare nel corso di tutto il triennio il percorso verso cui sono in maggior misura portati. Bisogna riconoscere e comprendere non solo le attitudini verso certi argomenti ma anche i tratti delle personalità e il grado di motivazione. Se poi si considera il calcolo delle medie sempre più basse con cui, gli studenti, superano il debito per accedere alla classe successiva, è spontaneo chiedersi se l’andamento della promozione quasi di massa con i debiti sia positivo o no.
Molti sostengono che la bocciatura non abbia una valenza educativa né formativa; che non generi certamente una ripartenza motivata poiché non vi è una reimpostazione del metodo di studio. La bocciatura è in antitesi inoltre con l’idea di scuola inclusiva, non aiuta laddove c’è anche malessere sociale, non serve assolutamente a combattere la piaga dell’abbandono scolastico precoce che in alcune delle nostre Regioni tocca un drammatico 20%.
Bisogna auspicare l’abolizione delle bocciature, partendo da un riordino complessivo della scuola superiore ispirato al modello finlandese, con l’organizzazione che si basa su corsi disciplinari e non sulle classi tradizionali. Lo studente potrebbe procedere da un anno all’altro ‘ripetendo’ solo la materia nella quale non raggiunge gli obiettivi, evitando così di perdere anni interi e consolidando le carenze con caratteristici sistemi di tutoraggio interni.
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