20 gennaio 2023
Il Dr.Nappo nel suo articolo, prendendo spunto dell'opzione 'sabato libero', richiama la necessità di un ripensamento generale dell'organizzazione scolastica a partire dalle reali esigenze dei giovani, per poter trovare 'la ricetta migliore'.
Un tempo il sabato a scuola era la regola alle medie e alle superiori e anche alle elementari se non si faceva il tempo pieno. La maggior parte degli istituti sta applicando già da tempo la settimana corta: gli studenti delle scuole di primo grado, infatti, il sabato rimangono a casa; per gli istituti di secondo grado, invece, l’opzione è molto soggettiva e viene delegata all’autonomia scolastica e pertanto è la scuola a decidere. La distribuzione dell’attività didattica è realizzabile in cinque giorni settimanali e così il sesto giorno di frequenza è sempre più raro, anche per ragioni di budget: non è un caso che la Provincia di Milano abbia invitato le 160 scuole del territorio a chiudere il sabato per risparmiare circa due milioni di euro. La riduzione della settimana scolastica a cinque giorni, dal lunedì al venerdì, evitando così la presenza degli allievi il sabato, consentirebbe in primo luogo un importante risparmio energetico. Andare a scuola il sabato oggi appare anacronistico: in tanti Paesi europei, ma anche in molte realtà italiane, si è deciso da tempo di rinunciare al sesto giorno. Fra le principali motivazioni: i ragazzi avrebbero un giorno in più per riprendersi dalle fatiche della settimana. Aggiungo che le famiglie potrebbero avere più tempo per stare insieme nel weekend. La settimana corta migliorerebbe la vita nella scuola, il modello scolastico di 5 giorni su 7 sembra positivo sul piano formativo e anche per la conciliazione di vita privata e studio. La ricetta migliore, quindi, si basa su autonomia e flessibilità. Insomma ci vuole una grande autonomia e comprensione di tutti i fattori. Ad alcuni genitori può far comodo un orario più concentrato – con il weekend libero – ad altri meno. Quando si parla di organizzazione scolastica si tende a dimenticare i ragazzi: per alcuni sei ore consecutive in classe sono un eccesso di didattica. Forse si potrebbero ridurre le ore a 50-55 minuti, c’è chi pensa, invece, sia meglio prolungare il tempo di frequenza al pomeriggio. La scuola deve appassionare gli studenti allo studio e accompagnarli alle giuste scelte, ci vorrebbe un’uniformità tra elementari medie e superiori. Bisogna ripensare l’intera organizzazione scolastica partendo dalle reali esigenze dei giovani.